Non voglio fare grandi preamboli a questa intervista un po' sui generis.
Spesso mi chiedete di raccontarvi di me, della mia vita, del mio lavoro e di come mi organizzo.
Nell'ultima newsletter e attraverso Instagram ho raccolto un bel po' delle vostre curiosità ed ho risposto a tutte le domande che mi sono arrivate scrivendo questa intervista a me stessa, che spero vi piaccia e vi incuriosisca.
Insieme, ecco cosa abbiamo creato!
La prima domanda è quella di rito: chi sei e cosa fai?
Sono Elisa Nava, La Consulente degli Artigiani, e mi occupo di aiutare le persone creative a valorizzare la loro creatività in modo che possa diventare il loro lavoro principale. Fra i miei clienti ci sono anche artigiani iscritti all’albo e già in possesso di partita iva. Attraverso il mio lavoro li aiuto a promuoversi al meglio e a gestire e strutturare la loro attività in modo strategico, anche attraverso il web.
Ma tu sei anche stata artigiana… Come ti sei avvicinata alla creatività?
Io sono creativa da quando ero bambina e il supporto e l’incoraggiamento dei miei genitori sono stati fondamentali: hanno sempre lasciato spazio alle mie curiosità e hanno testato le mie attitudini in moltissimi modi diversi fin da quando ero piccolina, mettendomi davanti a molti stimoli differenti. Ho iniziato a giocare seriamente con la creatività intorno ai 10-12 anni, facendo piccoli lavoretti con le mie mani per i regali alle amiche e anziché fare sport imparavo tecniche decorative.
Ho iniziato quindi a intendere la creatività come il mio futuro lavoro molto presto, ma se la creatività e la parte artistica sono stati i miei studi extra scolastici, quelli ufficiali sono stati verso l’insegnamento e la psicologia.
E come al solito ho mixato il tutto! A 17 anni ho iniziato ad insegnare tecniche decorative e a 19 anni ho aperto il mio laboratorio artigianale, che è rimasto vivo per una decina d’anni..
E cosa producevi nel tuo laboratorio?
Realizzavo oggettistica assortita: bijoux, candele, album in cartonnage, oggetti vari decorati in decoupage, decorazioni in biedermeier e magliette dipinte a mano, composizioni floreali con fiori essiccati e fiori realizzati in filo di carta, piccole sculture modellate con le paste polimeriche… Davvero di tutto! Oggi questa cosa sarebbe totalmente impossibile da portare avanti in maniera efficace, ma allora eravamo ancora nell’epoca delle banconote in lire e, anche in una città come Milano, il mio era un laboratorio davvero innovativo: a differenza dei colorifici e delle mercerie che si stavano aprendo proprio allora al mondo degli hobby creativi, il mio laboratorio era proprio specializzato in quel settore e oltre a vendere i miei manufatti tenevo corsi e vendevo il materiale necessario per creare.
Ti manca non essere più artigiana?
Sinceramente? No. Mi mancherebbe mortalmente la creatività, ma la sento vivissima in me sempre e la concretizzo anche nel mio lavoro di consulente, anche se le mani in pasta non sono più le mie ma quelle delle mie clienti.
Tempo fa, prima di dedicarmi alle consulenze, avevo valutato di riaprire un mio laboratorio, ritornare a fare quel che facevo. Era una possibilità che avrei percorso senza grandi difficoltà, ma non l’ho mai davvero presa in considerazione. Dopo che la mia vita ha avuto tantissimi scossoni e cambiamenti, erano cambiati i miei desideri profondi e non mi interessava più fare qualcosa che fosse “solo per me”: volevo proprio dare possibilità ad altre persone attraverso le mie tante esperienze maturate nel tempo.
Per ragioni che con il lavoro non avevano nulla a che fare, ho dovuto forzatamente chiudere il mio laboratorio, ma ora do a tante persone creative la possibilità di aprire il loro o, comunque, di approcciare in maniera molto più forte e stabile la loro creatività e farla diventare un lavoro. Vivo con grande passione ed impegno il mio essere consulente e non riesco proprio a immaginarmi in un lavoro diverso da questo. Ne potrei fare tanti, ma questo è proprio il mio! Mi sento molto gratificata da quello che faccio e so che ha valore. Lo ha per me ed anche per gli altri. Mi commuovo spesso davanti ai ringraziamenti dei miei clienti. Mi dicono che, grazie al lavoro con me, imparano a conoscersi di più, riescono a esprimere meglio ciò che vogliono attraverso i loro prodotti e nella loro comunicazione, che si sentono più realizzati e che finalmente riescono a dare valore a ciò che fanno, ma soprattutto a se stessi. In tanti mi dicono che i miei percorsi cambiano la vita… Cosa potrei chiedere di più?
Essere consulente ti permette di lavorare da casa. Come fai a organizzarti bene fra famiglia e lavoro? Hai anche dei figli, no?
Nì, sono una pseudo-mamma. Da dodici anni vivo con il mio compagno e le sue due figlie che da quest’anno hanno deciso di trasferirsi stabilmente da noi e non avere più l’affido condiviso fra i genitori. La mia famiglia è qualcosa di cui parlo davvero poco anche per queste dinamiche molto delicate e che non riguardano solo me. Sempre per lo stesso motivo, la mia famiglia ha una parte davvero importante ed impegnativa nella mia vita e nelle mie giornate.
Gestire tutto non è semplice: sia il lavoro che l'ambito privato richiedono molto impegno, dedizione e presenza. Cerco di fare del mio meglio e certamente faccio degli errori e a volte inciampo, ma non ho l’ambizione di essere perfetta. Anche se a volte è difficile, cerco di tenere ben separate le emozioni che vivo in famiglia da quelle che vivo nel lavoro e con le mie clienti: in questo modo riesco ad essere presente, concentrata e partecipe in entrambi gli ambiti.
E l’organizzazione del tempo? Come fai a fare tutto senza ingarbugliarti?
Per quello che riguarda l’organizzazione dei tempi, cerco di sfruttare i momenti più tranquilli della famiglia per dedicarmi al lavoro e questo a volte mi porta a non badare troppo all’orologio o al calendario: a volte lavoro alla mattina prestissimo o fino alla sera molto tardi o nel weekend. Cerco di accordarmi con il mio compagno e le ragazze riguardo gli impegni di tutti per avere tranquillità e silenzio mentre devo fare video e consulenze. E per il resto cerco di essere paziente con me stessa: non ho giornate da 72 ore e, anche se ci fossero, non avrei le energie per garantire perfezione a nessuno. Si fa quel che si può e al meglio che si può. Cerco di avere un po’ di collaborazione anche nelle faccende domestiche da parte del resto della famiglia, ma mi tengo ben stretta la certezza che per un po’ di disordine in soggiorno non morirà nessuno!
C’è un giorno della settimana in cui proprio non lavori?
Non ho una giornata di riposo prestabilita e fissa, ma mi organizzo per avere le mie pause. A volte capita di trovarmi da sola in casa nel weekend e approfitto della tranquillità per lavorare con concentrazione, poi però cerco di recuperare il riposo durante la settimana. Diciamo che ho imparato a muovermi con flessibilità e anche ad essere clemente con me stessa senza pretendere più di quello che posso dare. A volte ho l’istinto di fare la stakanovista e tirare la corda, ma la paura del burn-out è sempre dietro l’angolo ed ho imparato anche ad accorgermi dei segnali che mi dicono “Elisa, devi rallentare! Questa cosa la farai domani!” e li assecondo.
Senza un’agenda quotidiana, rischierei di perdere il focus su ciò che devo fare, ma non vivo la mia organizzazione come una cosa di cui essere schiava: è un aiuto che scelgo di avere e che gestisco io in prima persona, quindi posso anche cambiare le carte in tavola, se serve, senza farmi prendere dalla delusione di non avere fatto tutto ciò che mi ero prefissata. In ogni caso, il mio senso di responsabilità verso gli impegni che mi prendo mi sprona a non perdere troppo il passo e a guardare a quello che faccio con spirito analitico per correggere i miei errori se qualcosa non va per il verso giusto.
Hai dei periodi in cui il lavoro ti assorbe più di altri?
Sì, certo, come tutti, immagino! Capita ad esempio quando devo correggere i workbook delle mie allieve dei Programmi di Craftroom & Business: sono molto meticolosa nell’analizzare il loro lavoro e nel redigere le mie Mentoring Mail e quel lavoro è parecchio impegnativo. È però anche un compito che si svolge a cadenza regolare, quindi mi organizzo in modo tale da non avere accumuli di impegni e lavoro proprio in concomitanza con quei periodi.
Anche le challenge o i percorsi gratuiti che organizzo su Instagram e Facebook di solito mi impegnano molto, ma anche in questo caso si tratta di eventi programmati e che inserisco nella mia organizzazione in modo oculato.
Le tue challenge sono sempre molto seguite. Hai mai pensato di organizzare eventi che riunissero tutte le tue creative, ad esempio attraverso la realizzazione di un progetto virtuale da completare tutte assieme?
In effetti la realizzazione di un unico progetto collettivo ancora mi manca! Mai dire mai, però!
Più di una volta ho organizzato contest in cui proponevo un tema che ciascuno potesse interpretare a modo suo con la propria creatività, partecipando poi ad un’esposizione virtuale collettiva. Mi piace che le attività che propongo uniscano anziché creare competizione, perché credo profondamente che l’unicità che ciascuno può esprimere nella sua arte permetta di abbattere il senso di concorrenza e rivalità fra le persone.
Anche le challenge in cui ognuno viene invitato a scriver un proprio post quotidiano seguendo la mia traccia è un modo per conoscersi reciprocamente, divertirsi e creare unione. Soprattutto nell’ambito dell’artigianato, in cui ognuno esprime il proprio stile e sentimento nell’opera che realizza, più che sentirci circondati da competitors possiamo avere intorno molti colleghi con cui poter anche buoni rapporti e belle collaborazioni! Il mio lavoro di consulente aiuta molto anche in questo: trovare il proprio stile artistico e comunicativo per distinguersi con i propri prodotti rispetto a tutti gli altri.
Quali sono i consigli principali che daresti a chi vuole trasformare il suo hobby in un’attività lavorativa?
Sicuramente il consiglio che darei a tutte le creative è quello di lavorare innanzitutto sulla propria identità creativa, possibilmente attraverso un percorso di consulenza personalizzato ed individuale per avere risultati molto importanti e in poco tempo. Il personal branding è fondamentale e spesso viene tralasciato o affrontato in modo davvero superficiale e non sufficiente per costruire delle buone radici su cui basare il resto. Un errore che vedo fare spesso è quello di voler partire promuovendosi (quindi concentrarsi sul marketing) senza però aver ben identificato cosa si vuole offrire nello specifico e come ci si vuole proporre come artigiani al pubblico.
Il lavoro sul proprio personal branding e sulla propria identità creativa è di immenso valore proprio perché fa da base a tutto il resto: può sembrare costoso, come investimento, ma vale a lungo nel tempo e rende chiara e semplice ogni altra cosa. Il marketing, la comunicazione, le strategie di vendita, la capacità di trovare clienti, diventano molto più naturali se si è lavorato in modo approfondito sul personal branding. Spesso chi non riesce a far fruttare il suo lavoro, ha lacune proprio lì! A volte si parte dal pensiero superficiale di conoscere già quello che si fa, ma il lavoro di personal branding e di Crescita Artigianale che offro io fa emergere aspetti sconosciuti o nascosti della propria creatività.
Ogni tanto ti definisci attraverso il tuo alter-ego “LaRigorosa”, ma quanta Rigorosa c’è davvero in te?
Io riesco a distinguere in me tre aspetti abbastanza chiari e tutti utilissimi nel mio lavoro di consulente: sono creativa e fantasiosa, sognatrice ed idealista, ma poi ho anche imparato ad essere metodica e rigorosa, perché senza organizzazione, capacità di analisi oggettiva né un po’ di disciplina è difficile (se non impossibile) raggiungere risultati apprezzabili. Poi, come dicevo, per essere davvero organizzati occorre lasciare spazio alla flessibilità. Avere metodo non significa essere rigidi ed intransigenti, ma sapersi adattare a ciò che non dipende dal nostro volere e che comunque ci coinvolge. Riuscire a lavorare e vivere in modo fluido e flessibile significa anche usare creatività e ingegno non solo nell’ambito lavorativo, ma anche in tutti gli altri. Quando riesci a mettere in campo e a sfruttare bene le tue capacità e la tua voglia di impegnarti, poi, perché non dovresti raggiungere i tuoi obiettivi? A quel punto basta iniziare a rimboccarsi le maniche e darsi da fare nel modo giusto e tutto, a piccoli passi, diventa più possibile!
Che carica motivazionale! Quanto conta la motivazione nel tuo lavoro di consulente e nel tuo rapporto coi clienti?
Io ho avuto i miei genitori a spronarmi e ad avere fiducia in me, ed è una fortuna che ora voglio trasmettere a chi lavora con me. Tutti abbiamo del potenziale e delle capacità migliorabili. Ho visto persone che avevano poca tecnica e tanta volontà riuscire a migliorarsi tantissimo in poco tempo, ed ho visto persone molto capaci che non si impegnavano per riuscire e si lamentavano dei loro continui risultati piatti. Se c’è motivazione e impegno, il risultato arriva. Io motivo le persone a non trascurare la propria motivazione, la propria volontà! Non è certo questo il fulcro del mio lavoro, ma certamente sentirsi fiduciosi aiuta a far bene anche il resto!
Attraverso la Crescita Artigianale aiuto le persone a focalizzare ancora meglio le potenzialità disponibili a cui attingere e le lacune da colmare per riuscire, le aiuto a capire realmente quali sono gli obiettivi che vogliono raggiungere e i motivi di queste scelte. Si tratta di argomenti importanti che fanno luce sul proprio approccio alla vita ed è anche normale, credo, che si instaurino dei rapporti profondi fra me e le persone con cui lavoro.
Sentirmi parte di questa rinascita, di questa consapevolezza che si fa strada è molto emozionante anche per me. Ogni fase di passaggio, ogni gradino fatto dalle mie clienti è un gradino che vivo con loro, condividendolo e facendomi guida e mentore, ed i loro successi, piccoli e grandi, sono tutti successi che vivo anche io con immensa gioia e gratitudine. Cerco però anche di non alimentare nei miei clienti la convinzione che, dopo il mio supporto iniziale, manchinoin loro le capacità di operare bene senza la mia presenza: non lo trovo etico per la mia professionalità ed è contro i miei valori. È bene imparare anche a sbucciarsi le ginocchia e a rialzarsi da soli, prendendo la propria strada. E io, comunque, dal mio DietroLeQuinte, ci sono sempre!
Sono molto contenta che mi abbiate fatto queste domande: mi è piaciuto rispondere e farmi intervstare direttamente da voi. Se avete altre curiosità o se volete lavorare con me, sono a vostra disposizione via mail e attraverso i form di contatto disponibili nelle pagine di questo sito, ma anche attraverso Instagram o Facebook.